Sono millenni che gli italiani vengono qui: Polo, Ricci, chiunque. Tutti venivano qui per aprofitare delle fiabe e delle mirabilia d’oriente. Avevano degli scopi grandiosi e la fortuna di mietere dei raccolti mitici. Però ora la situazione sembra essere cambiata. Siamo nel ventunesimo secolo. L'italia non è più come era a quell’epoca. Adesso veniamo qui per imparare la lingua cinese e non per poter poi esercitare il dominio culturale o religioso sull'Est. Anzi, la conoscenza che ora io ottengo durante questo soggiorno sarà dispersa a casa non quale una narrazione di mille storie fantastiche ma piuttosto come un libro di testo qualsiasi, informativo ma sempre un po' noioso. Imparo la lingua cinese per assicurare la mia validità nel prossimo futuro e per offrire la medesima opportunita` a migliaia di ragazzi italiani che non possono saperlo, che spesso si rinchiudono nelle fortezze immaginarie dei loro bei paesi. Perciò forse si dirà che il mio incarico sembra un poco platonico: portare la luce ai prigionieri--balle! Comunque, odio Platone. Si prendeva troppo sul serio. Quando mai oserei dire di distribuire conoscenza salvifica alle masse?! Sciocchezze. Stiamo parlando della realtà ragazzi, non dell'aldilà di un'esistenza astratta. Se vogliamo abbinare la nostra esistenza peninsulare con una realtà globale più ampia, bisogna digerire e diffondere una conoscenza Han. Per quanto mi riguarda, non voglio sminuire con un paese che rimpiccolisce sempre di più. Spero che tanto come ai tempi antichi, l'oriente ci sappia ispirare vita nuova. Altrimenti, quale valore avrà? Dico, per me—per noi!
Psico
12 years ago
3 comments:
What What?
They are millennia that the Italians come here: Pole, Curly, whoever. All they came here for aprofitare of the stories and of the mirabilia d' east. They had some grandiose purposes and the luck of to reap some mythical harvests. However now the situation seems to to be changed. We are in the twenty-first century. Italy is not more how was at quell' period. Now we come here to learn the chinese tongue and not to be able then to exercise the cultural dominion or monk on the east. Or rather, the knowledge that now I obtain during this stay will be dispersed at home that not a story of one thousand fantastic stories but rather like an any book of text, informative but always a little tedious one. I learn the chinese tongue to ensure my validity in the next future and to offer the same opportunita` to thousands of Italian boys than cannot know it, that often shut away themselves in the imaginary strongholds of the their european investment bank countries. So perhaps it says that my assignment seems a little platonic one: to carry the light to the prisoners-bales! However, I hate Platone. It is taken too on the serious one. When ever I would dare to claim to distribute knowledge salvifica to the masses?! Nonsense. We are talking about the reality boys, not of the afterlife of an abstract existence. If we want to link our peninsular existence with a global reality more spacious, is necessary to tolerate and to spread a knowledge Han. For how much it pertains me, I do not want to diminish with a country than rimpiccolisce always of more. I hope that a lot like to the ancient times, the east know to inspire us new life. Otherwise, what value will have? I say, for myself—for those!
(feel free to delete this Kyle, I just wanted to see it it was close...not trying to take away from your original...)
Thanks K&EM. Now I have a CLUE!
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